Goldoni a Parigi (1762-1793) - Sorbonne Université Accéder directement au contenu
Pré-Publication, Document De Travail Année : 2018

Goldoni a Parigi (1762-1793)

Andrea Fabiano

Résumé

La contribution retrace l’activité de Carlo Goldoni lors de son séjour à Paris de 1762 jusqu’à sa mort en 1793 : son désir de voyager ; sa fascination pour la modernité de Paris ; sa relation à la vie théâtrale parisienne en tant que spectateur et auteur ; son exploration de nouvelles voies artistiques
Andrea Fabiano 1. Viaggiare «Oh che bella novità le recherà questa lettera! Goldoni va a Parigi […]. Che cosa (dirà Ella) vai tu a fare a Parigi? Sono tre anni che si carteggia col Teatro Italiano per andare a dirigerlo». Così Carlo Goldoni annuncia con entusiasmo al suo protettore bolognese marchese Francesco Albergati Capacelli la sua partenza per la capitale francese in una lettera del 5 settembre 1761, prima ancora di averne avvisato il suo datore di lavoro, il patrizio Francesco Vendramin, proprietario del teatro di San Luca di Venezia (MN, XIV, p. 243). Alla fine degli anni '50, Goldoni esplora diverse piste per trovare nuovi stimoli, secondo una strategia di carriera che unisca la ricerca di una migliore posizione professionale e la volontà di rimettersi in gioco. Nel suo accordo con il teatro di S. Luca, rinnovato nel 1756, aveva mantenuto la clausola di esclusività alla sola scena veneziana, lasciandosi quindi la possibilità contrattuale di collaborare con altri teatri al di fuori della Serenissima. Nell'autunno del 1756 parte per Parma dove soggiorna durante tutto il Carnevale fino alla fine di febbraio del 1757. Nel 1758 il nuovo cardinale Carlo Rezzonico lo invita a Roma a scrivere nuove commedie per il teatro papale Tordinona e per dirigerne gli attori. Goldoni giunge a Roma nel novembre del 1758 e vi rimarrà fino al luglio del 1759, scrivendo anche per un secondo teatro romano, il Capranica. Nel corso del soggiorno nella città dei papi, Goldoni inizia segretamente il dialogo contrattuale con la Comédie-Italienne di Parigi e riflette anche alla possibilità di trasferirsi a Napoli su invito di Gaetano Grossatesta, danzatore, coreografo e impresario del teatro San Carlo, un artista conosciuto ai tempi della collaborazione al teatro San Samuele di Venezia. Il viaggio è per Goldoni l'occasione formidabile per conoscere il mondo, le donne e gli uomini, per comprendere i meccanismi relazionali, per studiare i caratteri nel loro ambiente naturale. È quindi una modalità conoscitiva indispensabile per non sclerotizzare l'ispirazione creativa e per rinnovarla costantemente. Il viaggio d'altronde appartiene ai tratti culturali propri dell'uomo di lettere avventuriero e cosmopolita del secolo dei Lumi; come Goldoni anche Casanova, Gorani, Da Ponte o Calzabigi fanno del viaggiare un elemento consustanziale alla loro esistenza in quanto letterati. Senza dimenticare che il viaggio è l'aspetto fondante il circuito professionale degli uomini e delle donne di teatro; attori, cantanti, ballerini, architetti, musicisti e scrittori seguono i flussi di un mercato teatrale diventato europeo fin dal Rinascimento, in cui l'itineranza è uno dei principali parametri organizzativi e gestionali. Goldoni, scegliendo la professione di uomo di teatro, accetta il viaggio quale elemento costitutivo della propria vita professionale, come rivela la sua biografia in cui i periodi veneziani sono isole nella laguna del viaggiare. La decisione di partire per Parigi è da leggere quindi in questa dimensione del viaggio e dell'esplorazione di una nuova avventura professionale, piuttosto che nell'ottica di una fuga e di una sconfitta. Le ricerche goldoniane dell'ultimo ventennio hanno inoltre confermato che Goldoni continua ad aver successo sulla scena veneziana malgrado la forte concorrenza di Pietro Chiari e Carlo Gozzi (Vescovo 1995; Scannapieco, 1999); ne sono la riprova, oltre agli incassi riportati nello «Squarzo degli utili» del teatro di San Luca, la forte irritazione di Francesco Vendramin, quando scopre tardivamente degli accordi di Goldoni con la Comédie-Italienne, i suoi tentativi presso Giovanni Fontana, segretario dell'ambasciatore veneziano a Parigi, per farli annullare per via diplomatica e infine il nuovo contratto, vantaggiosissimo per Goldoni, che Vendramin sottoscrive nel 1763 per mantenere viva la collaborazione a distanza con il drammaturgo (Mantovani, 1885). Non bisogna dimenticare infatti che
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Andrea Fabiano. Goldoni a Parigi (1762-1793). 2018. ⟨hal-03824283⟩
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