Vitaliano Brancati. Lingua, società e letteratura
Abstract
Brancati è stato uno dei pochi, autentici intellettuali «inorganici» negli anni del dopoguerra; la sua fu una coscienza critica singolarmente libera, refrattaria alle ideologie e alle mode culturali del suo tempo. E tuttavia solo in anni recenti la critica ha cominciato a non considerarlo soltanto come un moralista e un ironico narratore dei costumi della provincia siciliana. In questo libro le sue opere, da quel sorprendente romanzo che è Singolare avventura di viaggio, già attraversato dai fermenti della teoria freudiana dell’inconscio, sino all’incompiuto Paolo il caldo, ultimo approdo di una tormentata tensione morale, vengono rilette e interpretate alla luce delle sue posizioni critiche, dell’influenza che su di esse esercitarono i suoi modelli intellettuali, italiani e stranieri – da Leopardi a Verga e De Roberto, da Gogol a Flaubert, Baudelaire, Mann, Gide, Ortega Y Gasset– e, soprattutto, del suo originalissimo stile espressivo, teso tra barocchismo e epigramma, che fa della scrittura un’avventura della conoscenza.